La libreria Feltrinelli ubicata in Piazza dei Martiri ospiterà martedì 11 settembre, con inizio alle ore 18, la presentazione del libro “Cento anni di Pasta” curato dal Pastificio Di Martino e edito da Malvarosa Edizioni.
In occasione del centenario della sua nascita, Di Martino rende omaggio all’oro bianco con un’opera monumentale. Emblema della tradizione enogastronomica del Belpaese, apprezzata in tutto il mondo, celebrata da personaggi illustri, la pasta vanta una storia lunghissima, nel corso della quale si è sedimentata nelle nostre usanze e nella nostra cultura, scandendo i ritmi e le modalità della nostra alimentazione. In questo volume la pasta diviene un pretesto per intraprendere un’esplorazione a tutto tondo degli ultimi cento anni di storia del nostro Paese. Il testo non trascura alcun livello di analisi, da quello propriamente gastronomico a quello sociale, storico e culturale.
La prefazione del libro è stata affidata alla giornalista Eleonora Cozzella. La realizzazione delle ricette contenute in “Cento anni di Pasta” è stata affidata ad autorevoli chef del panorama gastronomico italiano, ovvero: Peppe Aversa, Enrico Cosentino e Antonio Morvillo (dell’Associazione Cuochi della Penisola Sorrentina); Pasquale Palamaro (Campania), Angela Tinari (Abruzzo), Giuseppe di Iorio (Lazio), Fabio Cucchelli (Alto Adige), Francesco Rizzuti (Calabria), Alessandro Gavagna (Friuli Venezia Giulia), Viviana Varese (Lombardia), Juri Chiotti (Piemonte), Giuseppe Mancino (Toscana), Fabio Iacovone (Valle d’Aosta), Nicola Portinari (Veneto), Mauro Uliassi (Marche), Paolo Cappuccio (Trentino), Massimo Mantarro (Sicilia), Stefano Ciotti (Emilia Romagna), Flavio Costa (Liguria) e Sebastiano Lombardi (Puglia).
Il libro è diviso in quattro capitoli, che rimandano alle quattro stagioni della vita della pasta, ciascuno dei quali è così strutturato: un incipit contenente gli eventi salienti che hanno segnato il venticinquennio preso in esame; un approfondimento sociologico, entro cui la giornalista Laura Gambacorta descrive l’evoluzione degli usi e dei costumi legati all’alimentazione in Italia; un momento dedicato alla narrazione delle vicende che hanno costellato la storia del pastificio Di Martino nel corso di questo secolo; un excursus storico, a cura della scrittrice Lejla Mancusi Sorrentino, la quale introduce il lettore alle innovazioni tecnologiche che nel tempo hanno rivoluzionato la lavorazione della pasta; un focus sugli sviluppi della cultura e delle abitudini legate all’oro bianco. Segue una raccolta di ricette, ordinate per stagione,e le ricette degli chef stellati extra regione Campania, introdotte dalle istruzioni per la preparazione di un piatto rappresentativo del venticinquennio protagonista di ciascun capitolo. Aneddoti, curiosità storiche e utili informazioni sugli alimenti e sui formati di pasta usati incorniciano le preparazioni di tutte le pietanze protagoniste del libro.
Interverranno alla presentazione gli autori, Giuseppe Di Martino, gli chef Peppe Aversa e Pasquale Palamaro e l’editore.
Dal 1912, nel cuore di Gragnano, tre generazioni della famiglia Di Martino hanno contribuito con la propria attività ad alimentare e diffondere il credo del cibo più amato al mondo. Cento anni di amore, lavoro ed esperienza nella produzione di pasta di qualità oggi fanno degli eredi di Martino un punto di riferimento nell’affascinante quanto complicato mondo dell’oro bianco. Sin da bambino il fondatore dell’azienda, Giuseppe, dedicò la sua vita al mestiere più antico di Gragnano, imparando con pazienza a carpire i segreti che la pasta svela solo a chi è capace di ascoltarla. Nel tempo la sua vibrante passione e le sue preziose competenze hanno funto da sestante per i suoi figli, in particolare per Gaetano e Valerio, anch’essi devoti alla sacra arte cittadina. Con la consapevolezza di essergli debitori, a loro volta, Giuseppe e Giovanna di Martino hanno superato i sogni del loro nonno e s’impegnano oggi con la passione di sempre nella comunicazione del prodotto di famiglia, celebrando con questo volume un secolo di pasta a Gragnano, un lieto e importante traguardo da condividere con un’intera città e con le generazioni che verranno.