Da Vienna a Budapest in gondola in nome della fratellanza. Trecento chilometri in solitaria per il gondoliere Vittorio Orio

Si è tenuta oggi 11 settembre a Cà Corner, sede della Provincia di Venezia, alla presenza dell’assessore alla voga veneta Lucio Gianni la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa “Una gondola per l’Europa” promossa dall’associazione Marinai d’Italia e patrocinata da Provincia e Comune di Venezia. Presente in sala anche il gondoliere Vittorio Orio che effettuerà un raid in gondola a un remo lungo il Danubio, da Vienna a Budapest, attraversando l’Austria, la Slovacchia e l’Ungheria.

Un percorso simbolico di 300 chilometri, impegnativo quanto significativo quello che il gondoliere veneziano si accinge a compiere in circa 6 giorni, dal 13 al 18 settembre prossimo. Settanta chilometri di voga al giorno per parlare idealmente alla gente che incontra di fratellanza, di sport, di solidarietà.

In prima linea in questo viaggio per la Onlus “Città della Speranza”, fondazione che finanzia il centro di oncoematologia pediatrica di Padova, Vittorio Orio vuole così sottolineare l’importanza dello scambio e dell’incontro tra la gente. Lo fa portando a riflettere sui tanti aspetti di cui l’impresa si compone. Innanzitutto il mezzo, la gondola, elemento che accoglie da secoli e secoli turisti e viandanti per portarli ad assaporare e a condividere il bello della cultura e della vita veneziana. Non meno importante il percorso, il fiume Danubio, simbolo di unione di popoli e nazioni. In risalto anche il metodo, lo sport, e in particolare la voga, coerentemente con gli scopi dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia che promuove il viaggio e che dal 1954 si adopera per la diffusione della cultura marinara e la promozione di iniziative di assistenza e benessere sociale. E azzeccato anche lo sponsor, il secolare ristorante Al Graspo De Ua Restaurant Lounge di Venezia, San Marco, da sempre sensibile alla promozione dello sport e al sostegno di attività di carattere umanitario.

Energie congiunte per dare ancora una volta prova che l’uomo supera ogni lontananza reale o ideale, se vuole. Per dare prova che la solidarietà esiste. E che esiste il dialogo e l’amicizia. E che esistono persone che non temono di mettersi in gioco. Come il settantenne Vittorio Orio.

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