Questa settimana all’interno della sezione Il Buon Cibo del blog ilbuonodelfriuli.attems.it si parla del pan di sorc, pane della tradizione friulana divenuto Presidio Slow Food e promosso dall’Ecomuseo delle Acque di Gemona. La preparazione del pan di sorc viene fatta con tre farine il frumento, la segale e una tipologia di mais detto cinquatino e conosciuto nel dialetto friulano come sorc, da uqi appunto il nome Pan di Sorc. La pagnottella rotonda e bassa con la crosta croccante dal colore scuro che contrasta con un cuore di mollica gialla è tipica di Gemona e del suo territorio d’acque; è un classico prodotto nato dallo scambio fra diverse civiltà, fra loro confinanti.
(foto di Ulderica Da Pozzo)
Ecco l’articolo integrale:
Il mais cinquantino è una delle tante varietà locali del granoturco che era quasi scomparsa dopo l’introduzione, a partire dagli anni ’50, dei più prolifici e resistenti ibridi. Cinquantino perché matura in cinquanta giorni e si raccoglie generalmente in agosto. In friulano questo mais è detto sorc e, insieme al frumento e alla segale, costituisce la base del Pan di sorc (http://www.pandisorc.it) , una pagnottella rotonda e bassa con la crosta croccante dal colore scuro che contrasta con un cuore di mollica gialla.
Tipico di Gemona e del suo territorio d’acque (http://www.youtube.com/watch?v=e723_m6BNN0) è un classico prodotto nato dallo scambio di diverse civiltà, fra loro confinanti. Gli scambi commerciali e l’importante migrazione dei friulani verso il vicino impero asburgico, avvenuta fra la seconda metà dell’Ottocento e primi decenni del secolo seguente, hanno lasciato il segno nel pan de sorc. Alle tre farine, infatti, si aggiungono profumi e spezie tipiche della civiltà culinaria d’Oltralpe, quali il finocchio selvatico e la cannella.
Il pan di sorc si preparava in casa ma si cuoceva al forno del paese e una parte serviva per pagare il forno stesso. Uno scrigno di storia ora riattivata grazie a un gruppo di produttori che hanno rimesso a dimora questa varietà di mais a ciclo di produzione breve, un paio di mulini e alcuni forni. Un marchio, riprodotto su un’ostia incastonata nella crosta, ne tutela l’originalità. Slow Food l’ha eletto a Presidio (http://www.fondazioneslowfood.it/pagine/ita/presidi_italia/dettaglio_presidi.lasso?-id=4508) e l’Ecomuseo delle Acque del Gemonese (http://www.ecomuseodelleacque.it/) lo promuove.
L’appuntamento per visitare Gemona e degustare il Pan di Sorc è fissato ogni anno, il 13 giugno quando si celebra il patrono Sant’Antonio da Padova. Durante la “Fiera del pane e dell’olio” è possibile partecipare a laboratori sul pane e le farine, presentazioni e passeggiate alla scoperta del paesaggio agricolo.
La ricetta del pan di sorc:
http://www.pandisorc.it/pandisorc/wp-content/uploads/2012/01/la-ricetta.pdf
Per informazioni:
Associazione produttori Pan di Sorc
largo Beorcje 12 – 33013 Gemona del Friuli
contatti 331 169 40 15
pandisorc@tiscali.it
BLOG IL BUONO DEL FRIULI
Il Friuli, un territorio che parla di sé attraverso i suoi vini, i suoi cibi, le sue radici nella tradizione da cui fioriscono il presente, la sua gente e le sue facce. Il Buono del Friuli è il racconto di tutto questo. Un luogo della rete dove vengono pubblicati con periodicità settimanale (da febbraio 2012) articoli originali, redatti da giornalisti, sui buoni vini e i buoni cibi, certamente, ma anche su indirizzi e itinerari gustosi. Una chiave di lettura attuale su una Regione generosa e ricca di storie buone.
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Il buon vino – Il buon cibo – I buoni eventi – Indirizzi Gustosi – L’itinerario – Luoghi Golosi – Voci di gusto – Le buone nuove
I temi trattati nelle otto diverse rubriche ruotano intorno alle peculiarità dell’enogastronomia friulana. Punto di partenza sono i vini, per poi indagare di volta in volta gli abbinamenti con il meglio della produzione agricola indicando dove degustarli o acquistarli, andando, soprattutto, a ritrovare le tracce culturali e antropologiche, le testimonianze e i luoghi che ne spieghino le origini. E poi, gli appuntamenti golosi e le buone notizie intorno al vino e al cibo. Di vino ci parla soprattutto Gianni Napolitano, enologo di Attems. E ancora il ritratto dei prodotti alimentari che hanno contribuito a portare nel mondo il nome di questa terra. Intervistiamo le donne e gli uomini che raccontano i prodotti enogastronomici, la loro storia e il loro valore culturale e segnaliamo gli indirizzi dove gustare quel piatto, dove quella ricetta tipica è meglio interpretata o rinnovata fino a comporre un viaggio nel viaggio, un lungo itinerario da fare in auto, in bicicletta, a piedi oppure in barca o sugli sci.