Venerdì 17 maggio si è svolta a Mestre, al Centro Servizi sede della Provincia di Venezia, la sesta commissione consiliare provinciale (Attività produttive, Agricoltura,Turismo, Mercato del lavoro) convocata dal presidente, il consigliere Roberto Dal Cin, per approfondire la conoscenza della produzione e del consumo del radicchio in Italia, nel Veneto e nella Provincia di Venezia, e analizzare le preferenze del consumatore e il trend del mercato. Hanno partecipato l’assessore provinciale alle Attività produttive e all’Agricoltura Lucio Gianni e il funzionario provinciale Albino Marchioro.
È intervenuto anche Corrado Giacomini, docente dell’Università di Parma, che ha affermato: “Occorre un grosso sforzo per fare in modo che il radicchio di Chioggia venga riconosciuto per le sue caratteristiche di eccellenza e specificità, quindi diventi un prodotto Igp, e non si perda in un anonimato in cui potrebbe rischiare di cadere, soprattutto attraverso la grande diffusione della produzione, come sta avvenendo”. La produzione in Provincia di Venezia si mantiene sulle superfici previste, circa 1.400 ettari, ed è il tipo di radicchio più coltivato nel Veneto. Ciò che distingue la produzione della Provincia veneziana è la sua disponibilità nei mesi primaverili e quindi nei momenti in cui il prezzo e la domanda del consumatore sono più interessati a sviluppare il consumo di questo tipo di cicoria.
L’assessore Lucio Gianni ha sottolineato la necessità per la Provincia di Venezia di esercitare un ruolo di coordinamento, proponendosi come soggetto promotore del dialogo e del confronto fruttuoso tra gli operatori. “Ci sono realtà che pur trovandosi all’interno della stessa piramide di produzione e consumo del radicchio – ha affermato – hanno interessi diversi e perseguono obiettivi diversi. Se dagli operatori stessi ci arriverà la richiesta, la Provincia sarà ben disponibile a sostenere, anche con la Regione del Veneto, ogni iniziativa ed azione utile a salvaguardare una produzione così importante per il nostro territorio e per la nostra economia».