In crescita export e occupazione, sale l’attenzione per l’ambiente
Esportazioni in crescita, ma anche occupazione giovanile, marketing e attenzione per l’ambiente dimostrano come il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore sia sempre di più occasione di traino e di business per il territorio locale ed internazionale. Dopo la presentazione a Roma del Rapporto Annuale del Centro Studi del Distretto che si è svolta l’11 dicembre nei bellissimi spazi de Il Palazzetto, si proseguirà sabato 14 dicembre all’auditorium di Villa Brandolini a Solighetto di Pieve di Soligo (TV) alle 9.30 per parlare del ruolo e delle nuove frontiere di questo prodotto divenuto icona di un intero territorio nel mondo.
“Quello del Conegliano Valdobbiadene è ormai un vero e proprio case history – spiega Innocente Nardi, presidente del Consorzio –. In questo piccolo territorio collinare si è realizzata una perfetta combinazione tra la vocazione naturale e la cultura dello spumante, che nasce nel 1876 con la fondazione della prima Scuola Enologica d’Italia a Conegliano. Grazie alla determinazione dei nostri produttori si è originato il successo di un vino che è oggi divenuto ambasciatore dell’Italia nel mondo ma che è anche un simbolo. Il suo valore non si limita a criteri esclusivamente economici ma tocca aspetti sociali e storici con importanti ricadute economiche ed occupazionali”.
In questo senso è da sottolineare che circa il 30% delle oltre 5000 persone che lavorano per il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore ha meno di 40 anni e spesso occupa posizioni di alto profilo. Il tutto partendo da una realtà fatta di cantine piccole, medie e grandi; molte di queste sono di dimensioni limitate (l’85% delle imprese non arriva a 10 addetti). Tra di esse si è creata una positiva competizione sinergica che ha portato questo piccolo territorio, che comprende appena 15 comuni e conta circa 6mila ettari di superficie vitata, a confrontarsi in termini di fama e di qualità con i più importanti colossi del mondo vitivinicolo.
“Grazie ad una struttura produttiva realmente organizzata su base distrettuale – puntualizza il Professor Vasco Boatto, direttore del Cirve e curatore del Rapporto – con un mix di aziende di dimensioni diverse, che creano un sistema collaborativo competitivo, il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore ha dato origine ad un modello vincente. In questi anni ha, infatti, dimostrato una forte capacità di penetrazione nel mercato, sia in Italia che all’Estero, con una costante crescita in valore e volumi, in particolare nei Paesi emergenti”.
“Siamo presenti in oltre 80 Paesi – sottolinea Giancarlo Vettorello, direttore del Consorzio – con una crescita importante; l’export copre il 45% della nostra produzione con oltre 28 milioni di bottiglie. Ma a mio giudizio è essenziale rilevare l’exploit in termini di valore con un record di quasi 132 milioni di euro che fa segnare un 14,8% in più rispetto all’anno precedente. In sintesi diciamo che era per noi importante la sfida del posizionamento delle nostre etichette e l’obiettivo di dare un giusto valore al nostro prodotto”.
Ed uno dei modi più efficaci per fare comprendere la differenza qualitativa è certamente la visita al territorio di produzione, le colline di Conegliano Valdobbiadene, un paesaggio culturale straordinario inserito nella Tentative List dei patrimoni Unesco. Non a caso, è in constante crescita il fenomeno dell’enoturismo. Conegliano Valdobbiadene, così come in precedenza altri celebri territori, è diventato un punto di riferimento essenziale per i winelovers di tutto il mondo. Come confermano i dati del Rapporto, il numero complessivo dei visitatori delle cantine del Conegliano Valdobbiadene è cresciuto del 25,6% arrivando a quasi 300.000 presenze. Più del 33% delle aziende ha avuto tra le 1000 e le 10.000 visite, con una presenza di stranieri che conferma appunto l’appeal del quale il Prosecco Superiore Docg gode anche all’estero.
Un prodotto che dal 2009 può fregiarsi della docg e questo plus ha dato impulso a tutta una serie d’iniziative, non ultima quella che vede tutti i consorziati coinvolti in un’attività di forte attenzione nei confronti dell’ambiente, altro fiore all’occhiello del distretto di Conegliano Valdobbiadene, ennesimo elemento che contraddistingue il lavoro del Consorzio e dei produttori che ne fanno parte. L’adesione a sistemi di eco-certificazione e l’utilizzo di tecniche rispettose dell’ambiente, come pure quelle del riciclo dei materiali naturali prodotti in vigneto o del riciclo e riutilizzo di quelli generati in cantina, e nella filiera di commercializzazione, hanno una ricaduta positiva sulla sostenibilità dell’ecosistema agrario, della filiera enologica e del paesaggio. Quasi il 90% dei produttori guarda, infatti, a quest’ultimo come un valore aggiunto estremamente significativo ai fini di una commercializzazione più efficace. Prodotto, paesaggio, cultura, rispetto per l’ambiente sono quindi gli elementi che rendono Superiore il Conegliano Valdobbiadene.
“Un valore aggiunto percepito dai consumatori – conclude Giancarlo Gramatica, client service director IRI – Dall’indagine da noi compiuta risulta che ben il 71% degli acquirenti di prosecco negli ultimi 6 mesi riconosce al prodotto una specifica area di provenienza ed uno su due riconosce Conegliano Valdobbiadene come l’eccellenza. Ed anche il Natale sarà un’occasione ideale per il consumo di questo vino, sebbene le vendite lo confermino come lo spumante più destagionalizzato nei consumi. Le festività, infatti, pesano per la categoria Prosecco solo per il 23% delle vendite (il 24% per la docg Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, il 21% per la doc Prosecco), contro una percentuale del 60% delle altre bollicine”.