Nel 2016 Corte Sant’Alda, azienda agricola situata in Valpolicella (Mezzane di Sotto, VR) e condotta con passione e dedizione da Marinella Camerani, ha festeggiato i suoi trent’anni.
In occasione di questo importante anniversario, Marinella ha realizzato, dopo un anno di intenso lavoro, un giornale in edizione limitata: 2.000 copie riservate a chi si troverà a Mezzane e vorrà visitare la cantina.
“Trame”, il nome di questo giornale, racconta il percorso fatto e gli obbiettivi raggiunti in 30 anni di attività, che hanno permesso a una piccola realtà veronese di diventare un nome affermato e qualitativamente riconosciuto della Valpolicella. Un’azienda oggi di 40 ettari di cui 20 vitati, specializzata nella produzione di vini Valpolicella, Valpolicella Superiore, Valpolicella Ripasso Superiore, Amarone, Recioto e Soave e che si impegna nelle fermentazioni naturali, in legno, cemento ed anfora, con certificazione biologica e biodinamica.
È forse un po’ riduttivo chiamare “giornale” Trame: questa pubblicazione contiene l’anima di Corte Sant’Alda, le storie e la quotidianità delle persone che vi lavorano e vi collaborano, vivendo l’azienda agricola, intesa come unico organismo vivente, a 360 gradi. Persone che non solo svolgono un mestiere, ma che insieme, giorno dopo giorno, danno forma alla Tenuta, come in un ARAZZO, intrecciando fili di ordito e di trama, un tessuto unico e complesso. Persone che, insieme con Marinella, condividono l’“essere”, l’etica e i valori, la spontaneità e la sincerità dei sentimenti e la volontà di perseguire un unico obiettivo. Corte Sant’Alda è una fusione d’intenti e di passione, fatta in primo luogo di connessioni dei rapporti umani e tra gli uomini e la natura. La copertina, opera di Renata Bonfanti, è appunto un Arazzo multicolore e di consistenze diverse, tessuto a mano su telaio in legno, visibile nella grande sala degustazione di Corte Sant’Alda.
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La storia dell’azienda inizia nel 1986, quando gli ettari vitati erano quattro e dove l’unica forma d’impianto conosciuta era una pergola intercalata da ciliegi che erano parte della struttura di palificazioni del vigneto. Gli olivi piantati su argini e alcuni piccoli fazzoletti di terra contribuivano al bilancio produttivo della tipica casa rurale del tempo. Armata di buona volontà, e anche di un po’ d’incoscienza, Marinella Camerani – che ha ereditato dal padre il gusto del fare impresa ma pensa a qualcosa di assolutamente unico che rispecchi il suo carattere e i suoi valori – ha dato il via alla sua piccola rivoluzione con l’impianto del primo guyot, abbracciando totalmente e senza compromessi esigenze qualitative all’avanguardia a discapito della quantità di produzione. La svolta viene nel 2002, a seguito dell’incontro con il Nicolas Joly a Milano, in occasione di un convegno sulla Biodinamica, prima conferenza in Italia: si è aperto così per Marinella Camerani e il suo staff un mondo nuovo fatto di persone, sentimenti, di piccoli dettagli e di tutti i sensi. Da questo momento Marinella Camerani ha iniziato a intessere le trame di un arazzo, che sarebbe diventato il simbolo della sua azienda.