Il Soave in corsa per il GIAHS

Le “Colline Vitate del Soave”, già primo paesaggio rurale di interesse storico d’Italia, sono state presentate al primo workshop internazionale per il GIAHS, Globally important agricutural heritage system, dedicato ad Europa e Asia Centrale, ideato dalla FAO

Il Soave concorre per fare il suo ingresso nel GIAHS, (Sistemi di patrimonio agricolo di importanza mondiale, Globally important agricutural heritage system), il programma avviato dalla FAO nel 2002 e sottoscritto dall’Italia nel 2016, con l’obbiettivo di individuare e valorizzare i territori ricchi di biodiversità dove l’agricoltura sostenibile produce tipicità che raccontano il saper fare italiano. “Le Colline vitate del Soave”, già iscritte nel Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, sono state oggetto d’analisi nel corso del primo workshop di presentazione dedicato all’Europa e all’Asia Centrale recentemente tenutosi alla FAO, a Roma.

Con un intervento condotto da Viviana Ferrario, docente allo IUAV di Venezia, è stato illustrato l’intero percorso di ricerca che ha portato all’ottenimento del titolo di primo “Paesaggio rurale di interesse storico” d’Italia, requisito indispensabile per poter poi fare l’ingresso all’interno del programma GIAHS.

Il programma GIAHS, avviato dalla FAO, ha come obiettivo quello di individuare a livello mondiale alcuni paesaggi particolarmente ricchi in biodiversità che nascono dal co-adattamento di una comunità antropica con l’ambiente circostante e che si manifestano con il mantenimento di paesaggi di particolare interesse estetico e storico-culturale grazie alla continuità di tecniche agricole tradizionali. Il progetto GIAHS non si propone solo di tutelare paesaggi e tecniche gestionali di tipo tradizionale, ma di applicare i principi della conservazione dinamica, cioè di sfruttare tali tecniche per uno sviluppo sostenibile delle aree interessate, con benefici diretti ed indiretti per la popolazione, facendo diventare quindi il paesaggio tradizionale il motore dello sviluppo rurale di queste aree.

I Giahs nascono nel 2002 e per quindici anni restano unicamente un progetto di ricerca. Solo il recente successo di questo programma, con più di trenta siti iscritti, ha convinto la FAO che valesse la pena di elevarlo a rango di programma mondiale e di presentarlo al di fuori di Asia e Sud America dove si è maggiormente sviluppato fino ad oggi. A differenza dell’UNESCO World Heritage List, dove il paesaggio agrario non viene menzionato ma semplicemente incluso nella generale definizione di “paesaggio culturale”, il programma GIAHS nasce specificatamente a salvaguardia dei paesaggi appartenenti al patrimonio agricolo mondiale, abbinati alla produzione di cibo, alle pratiche agricole tradizionali, alla biodiversità bioculturale.

 Il programma GIAHS si propone quindi di promuovere un’agricoltura sostenibile, che si è sottratta ai processi di industrializzazione, che conserva uno stretto legame tra paesaggio e prodotti alimentari locali, e che mantiene le comunità rurali associate ai luoghi di produzione e ai loro paesaggi, quale risposta alla sfida alimentare del nostro pianeta.
Il governo italiano ha sottoscritto nell’autunno 2016 un accordo con la FAO per collaborare a questo programma. Il Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, istituito dal Ministero delle Politiche Agricole, rappresenta lo strumento per accedere al patrimonio FAO.

 «L’ingresso nel GIAHS – sottolinea Arturo Stocchetti, presidente del Consorzio del Soave – rappresenta la naturale prosecuzione del lavoro che ad oggi ha permesso al nostro comprensorio produttivo di ottenere il riconoscimento ministeriale di Primo paesaggio rurale di interesse storico d’Italia. Tale riconoscimento di fatto è un prerequisito per entrare nel programma GIAHS per il quale siamo in corsa. Attualmente in Italia non esistono siti che abbiano ottenuto questo riconoscimento e sarebbe per noi un onore essere i primi a conquistarlo».

L’ingresso in questo programma, oltre a certificare ancora una volta i requisiti di sostenibilità ambientale e di tutela e valorizzazione del paesaggio, potrebbe aprire le porte ad importanti finanziamenti internazionali a favore delle comunità territoriali che si impegnano a produrre e a generare reddito nel rispetto della biodiversità e del paesaggio.

 

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