Si chiama Frankfurt Internatonal Trophy, ed è il più importante concorso di Beverage che si svolge attualmente in Germania.
Nato del 2017 a Francoforte sul Meno, in Assia, come principale Concorso Internazionale vinicolo tedesco, si svolge nella prestigiosa cornice del Gesellschaftshaus di Palmengarten, suntuosa villa del 1870 del giardino botanico cittadino.
Da questa edizione si è diviso in tre Trofei indipendenti e paritetici: Wine, Beer e Spirits Trophy, aprendosi alla birra ed ai superalcolici.
Per l’edizione 2018, 2.250 prodotti in gara, provenienti da quaranta Nazioni differenti, fra cui l’Italia.
In Giuria 250 fra Sommelier, Beer Taster ed esperti di Spirits, provenienti da tutto il Mondo, fra cui due italiani, Simone ed Edoardo Massenza, di Brescia, rispettivamente zio e nipote; il primo Giudice Internazionale di Birra (unico italiano ai concorsi di Parigi, Lione e Londra) e Degustatore Professionista (U.B. Taster, Assaggiatore O.N.A.B., Degustatore C.E.R.B. e FederBirra), il secondo, Assaggiatore O.N.A.B., al suo primo impegno internazionale.
Si aggiudica, come vincitore assoluto, il Frankfurt International Beer Trophy 2018, quasi a sorpresa, un birrificio brasiliano, paese emergente, in grande fermento, nel mondo brassicolo artigianale; si tratta della Cervejaria Colorado di Ribeirao Preto, vicino a San Paolo, con la sua Guanabara Wood Aged, una magnifica Imperial Stout maturata in botti di amburana, pregiato legname autoctono del Brasile, storicamente utilizzato per l’invecchiamento della cachaca, in grado di regalare a questa birra, in maturazione, note legnose, vanigliate, oleose e fumée.
Fra i Vincitori assoluti di Categoria (quarantacinque quelle presenti in concorso quest’anno) la fa da padrone l’ospitante Germania, con ben diciotto vincitori, seguita a pari-merito da Francia ed Olanda con quattro vincitori ciascuno; premiati negli assoluti anche Belgio, Finlandia, Irlanda, Polonia, Repubblica Ceca, Svizzera, U.S.A., ma anche i più emergenti Spagna e Portogallo.
Assenti tra i “big” solo gli albionici Inghilterra e Scozia.
Per quanto riguarda il medagliere, poche sorprese; è ancora l’ospitante Germania a primeggiare a grande distanza dagli altri paesi partecipanti, con le sue 43 medaglie fra Grand-Gold, Gold e Silver, seguita da Olanda che, con le sue undici medaglie, vince il derby dei paesi bassi nei confronti del Belgio, e dalla Francia, che, con un bottino di ben dieci medaglie, si conferma paese birrofilo ben oltre il consueto recinto delle biere de garde.
Medaglie vinte da tutti i paesi brassicoli, europei e non, con nomi del calibro di Braufactum, Delirium Tremens, McGargles, Primator o Sierra Nevada, e, negli emergenti, da Brasile, Spagna e Portogallo.
Unica eccezione l’Italia, che, nonostante una buona partecipazione, rimane totalmente a secco di medaglie.
“Manifestazione di grande interesse e spessore, con una organizzazione esemplare.” – dichiara Simone Massenza – “Tutto si è svolto seguendo i rigidi dettami e linee guida del BJCP e con degustazioni totalmente alla cieca. Altissimo il livello dei Giudici presenti, fra i quali il famoso Cyril Hubert, il miglior Beer-Sommelier di Francia e Candidato per la Francia ai Campionati Mondiali di Beer-Sommelier, ma anche numerosi Bier-Sommelier teutonici laureti all’Accademia Doemens, Istituto Internazionale di Formazione sulla Birra, fondato nel 1895 a Monaco di Baviera.”
Le quarantaciqnue categorie create per il Trofeo erano suddivise in diciannove riconducibili alla scuola anglo-americana, tredici ceco-tedesca e sette belga-olandese, più sei categorie open (aromatizzate, miele, invecchiate in legno, alla frutta, al caffe e speziate).
“Pur essendo un concorso di rilevanza intercontinentale, essendo questa la prima edizione, almeno per quanto riguarda la birra, c’è ancora tanto da fare.” – prosegue Massenza – “La supremazia della Germania da una parte è fisiologica essendo il paese organizzatore; numerosissimi i birrifici teutonici che hanno voluto partecipare, nettamente superiori a quelli di qualsiasi altra nazione. Ma non è tutto li. Dimostra anche come il panorama tedesco sia finalmente evoluto e non cos’ rigidamente legato solo alla tradizione, che è e rimande di tutto rispetto. Diciamo che dal 2011, anno di fondazione e lancio di Braufactum, numerossissimi sono i birrifici che sono nati o si sono lanciati aprendo contaminazioni e battendo nuove vie più “global”, con rsultati davvero meritori ed entusiasmanti.”
“Sorprendente ed affascinanti le birre brasiliane, ricche di eleganza, originalità ed equilibrio; le migliori in assoluto fra le nazioni emergenti, senza dubbio alcuno, ma meritevoli di nota anche alcuni produttori francofoni.” – conclude Simone Massenza – “Spiace infine davvero per l’Italia, paese che ormai è da segnalare fra i grandi della birra artigianale, almeno per qualità ed eterogeneità del panorama, ma in totale sincerità, i campioni arrivati sui tavoli del Frankfurt Trophy proprio non erano all’altezza. Speriamo in un 2019 migliore.”